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Un "no" nel plebiscito di Renzi

Come già sapete, un referendum ha avuto luogo in Italia a pochi mesi fa. È stato il terzo referendum costituzionale nella storia della Repubblica Italiana dopo quello del 2001, e quello del 2006. Ha votato il 65,47% del corpo elettorale e il ‘’no’’ al referendum ha vinto con 59,12%.

 

Il referendum mirava a modificare il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione. Tuttavia, molti italiani lo consideravano come un voto a favore o contro Renzi e l’Union europea.

 

Più precisamente, la riforma si proponeva di superare il bicameralismo perfetto che caratterizza l’assetto istituzionale italiano. Con la riforma, invece, la camera dei deputati sarebbe diventata l’unico organo eletto dai cittadini a suffragio universale diretto e l’unica assemblea che avrebbe potuto approvare le leggi ordinarie e di bilancio e accordare la fiducia al governo. Il senato doveva diventare un organo rappresentativo delle autonomie regionali e stare componente da cento senatori.

Per quanto riguarda le posizioni dei partiti politici, la riforma era nata su iniziativa del Governo Renzi guidato dal leader del Partito Democratico. Tra quelle che si opposero alle modifiche costituzionali figuravano invece Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana, Lega Nord e Fratelli d’Italia. Queste mettevano invece in evidenza il rischio che il nuovo Senato diventasse sostanzialmente inutile e l’eccessiva riduzione dell’autonomia delle regioni.

 

Dopo la sua sconfitta, Renzi ha ammesso in conferenza stampa che « Ha vinto il No » e successivamente si è dimesso.

 

Cassandro Cancellara

 


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